Pietro La
Barbiera Labar, siciliano di nascita, da parecchi anni operante in terra
lombarda, ha voluto riservare a questa personale milanese i risultati,
inediti, delle sue pi� recenti ricerche.
Alcuni testi pittorici e grafici, tra i pi� significativi delle
precedenti esperienze, stanno a documentare la matrice del suo
linguaggio, tendenzialmente metafisico, talvolta teso sul filo della
soprarealt�, sempre, comunque, scandito in termini di immediata e chiara
comunicativit�.
La prima constatazione che si offre al fruitore, caratterizzante dei
modi operativi di La Barbiera, � la padronanza del mezzo tecnico, quella
puntigliosa accuratezza artigianale, ch'� anche amore ed ambizione per
il proprio lavoro. E ci� valga per i vari settori in cui si esplica il
suo discorso formale: dalla pittura, a velature, modulata con sottili
passaggi di tono, alla grafica, stampata con rigoroso procedimento
calcografico, dallo stesso artista, con torchi d'epoca: cosa abbastanza
rara nel confuso panorama della grafica d'oggi; agli argenti incisi, la
cui iconografia si collega con i dipinti nuovi, qui esposti per la prima
volta.
Sono profili muliebri, scavati nella materia con tratto sensibile e
fluente che si richiamano ai segni, ancora pi� sottili, delle tele ad
olio, labili e lontananti, come eco di remote immagini di civilt�
sommerse, custodite nei fondali della fantasia o della memoria senza
tempo.
A differenza della fase precedente, in cui pi� di rado si faceva sentire
la presenza umana, essa appare ora dominante in questi profili, dalle
chiome sparse ed ondeggianti, che emergono dall'acqua, lievi come
sospiri.
Il disegno a linea continua risulta scarno ed essenziale, non senza
qualche intendimento edonistico a confronto della severit� dei marmi, da
cui l'immagine sembra staccarsi per rinascere a nuova vita in una
sorprendente simbiosi tra acqua, aria e materia inerte.
� difficile, e forse superfluo, individuare l'elemento genetico di
queste figurazioni, il presupposto intuitivo che ha portato l'artista a
tali suggestivi esiti. Forse la nostalgia di un mondo perduto, il
ricordo di fascinose tracce di antiche testimonianze - La Barbiera �
messinese e quindi nutrito di cultura mediterranea - il desiderio d'una
bellezza nuova che riconcili con la natura. E perch� no: tutto questo
assieme teso a costruire immagini che stupiscono e fanno bene al cuore,
staccandoci, per un attimo, con la loro fabulosa poesia, dalla realt�
quotidiana non sempre coincidente con le nostre aspirazioni ad un pi�
equilibrato ed armonico modo di vivere e di sentire.
Gino Traversi
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